Con questa serie ho messo a nudo la mia arte, ho tolto tutto e sono arrivata al sodo .
Ho approfondito ancor meglio il concetto di bellezza interiore, cioè: ”l’essenziale che non si vede bene che col cuore”.
Sono partita come al solito dai fondi, li ho spogliati di ogni colore, li ho lasciati nudi ad asciugare all’umidità di Sorbolo , il paese dove vivo.
Ho steso strati sottili di gesso e colla sul mio supporto di legno e ho scoperto che asciugando in ambiente umido si formavano macchie meravigliose!
Mi ricordo che passavo ore davanti alla tavola bianca e la giravo, la rigiravo finché non trovavo la macchia giusta!
La macchia, con la mente libera, si trasformava in figura che catturavo con un rapido tratto di carboncino. Poi con pazienza la facevo emergere, velatura su velatura, con la tecnica del colore ad olio.
Le proporzioni non mi importavano. Le deformazioni dei corpi talvolta rappresentano la loro caratteristica principale, il motivo che mi ha fatto scegliere quella macchia piuttosto che un’altra.
Ho fatto anche in questa serie un numero molto limitato di opere che ho presentato per la prima volta in una mostra personale a Prato nel settembre del 2009.
L’installazione di questa serie fu ospite presso il Museo di arte contemporanea di Lucca.
Puoi esplorare ogni opera cliccando sull’immagine.